
Un famoso direttore che ci è capitato di incontrare nella nostra peraltro mediocre carriera una volta disse che in Italia esistono due categorie di giornalisti. Quelli che lavorano al Corriere e quelli che vorrebbero lavorarci.
Noi apparteniamo alla seconda.
Quelli che appartengono alla prima - le giornaliste e i giornalisti del Corriere della sera - ieri sul loro giornale hanno firmato una «Carta» per rinnovare il patto di fiducia con i lettori: un documento in dieci punti che garantisce una netta distinzione tra marketing e notizie per un'informazione autorevole e trasparente.
L'avremmo sottoscritto anche noi.
Poi però, sfogliando il Corriere, abbiamo trovato: un articolo sull'editore, Urbano Cairo, il quale dice che andrà a votare ai referendum; la pubblicità di due festival organizzati dal Corriere; due pezzi firmati sui Viaggi del Corriere; due pagine interamente dedicate ad eventi collaterali del Giro d'Italia, organizzato dal Corriere; una grande recensione di un libro scritto da una firma del Corriere e pubblicato da Solferino editore, cioè il Corriere; un pezzo sull'iniziativa «Le 75 web lezioni del Corriere», videolezioni rivolte agli studenti per prepararsi alla Maturità, per seguire le quali occorre abbonarsi al Corriere; un articolo sul festival della tv di Dogliani
inaugurato può succedere da Umberto Cairo, l'editore del Corriere.Ah. C'era anche una pagina sull'Academy del giornalismo del Corriere. Dove i giornalisti del Corriere insegnano a fare un'informazione libera e indipendente.
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