Vorrei smettere di fare l'amante, ma lei tace e sorride come una Gioconda

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Vorrei smettere di fare l'amante, ma lei tace e sorride come una Gioconda
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Mi verrebbe da dire che sono stato colpito dalla «sindrome di Penelope», se ce n’è una che si chiama così. Nell’Odissea, la moglie rimasta a Itaca che aspettava il ritorno di Ulisse tessendo e disfacendo la sua tela. Mi chiamo Giovanni N., ho 37 anni, art director in una grande città. Per svariate ragioni, non mi sono mai sposato e non ho una compagna «mia». Da diverso tempo sono l’amante di una donna sposata che ha figli, che chiamerò Sofia... di solito ho sentito il contrario, faccio parte di una minoranza, quella dei «sedotti e tenuti in un’orbita a girare». Ebbene, il perché di questa mia lettera lo spiego subito. Una missiva di sfogo, una richiesta d’aiuto. Per l’ennesima volta, mentre la mia dolce e bella amata è via, a godersela al mare con la sua famiglia, sono rimasto a casa, da solo, a «tessere» un immaginario vestito che non finisce mai. Ennesima volta, dicevo, particolarmente dura: sto accusando, come un colpo basso di un pugile che mi toglie il fiato, non era mai successo. Durante le festività, senza l’ufficio e una vita lavorativa a cento all’ora, senza nessuno (anche gli amici partono) spesso rimango nel mio appartamento, in solitudine, tra i miei libri e i film; penso a lei, a quanto la amo, di un amore tossico, che sempre di più mi fa male, lo sento. La sua assenza, sempre più insostenibile. Gliene ho parlato, ma lei tace e sorride come una Gioconda, non vuole che le cose cambino; non vuole che io mi avvicini troppo, per evitare rischi e turbamenti; non vuole che mi allontani, per non perdermi. E io sono fragile, quando decido di andare... basta rivederla una volta e sentire la sua voce, precipito di nuovo. Che fare, gentile dottoressa? Mi sento preso al laccio, alla lenza, fermo nella mia orbita... Mi chiedo a questo punto: ma il nostro è amore?
Giovanni N.


Giovanni, so di tirarmi addosso i peggiori dissensi, come tutte le volte che azzardo giudizi categorici. Ma è più forte di me e non lo dico per presunzione, lo dico per convinzione: certo che non è amore.

Le pare che starebbe a casa come una scarpa spaiata ad abbuffarsi di film (nei quali probabilmente osserva GLI ALTRI vivere), di infelicità, di attese e di cibo spazzatura se si trattasse di un sentimento vero? Se vi amaste (entrambi) come si deve, sareste assieme a mangiare spaghetti alle vongole sulla spiaggia, a fare sesso in albergo, a passeggiare e ridere assieme ai VOSTRI figli. O a fare quello che vi pare: ma insieme e alla luce del sole. La lasci al marito e si cerchi una vita.

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