Scottati da McTominay, Napoli ai piedi del suo eroe scozzese

Nessun altro acquisto ha avuto un impatto determinante come il suo: 11 gol, 4 assist e un'infinità di giocate da tuttocampista che ne hanno fatto il leader carismatico della squadra di Conte. E di un'intera città.

Ansa
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Se Antonio Conte aveva insistito così tanto per averlo, un motivo doveva pur esserci. A dire il vero era pure abbastanza sotto gli occhi di tutti, meno - ovviamente - che della dirigenza del Manchester United, non esattamente un club illuminato nel corso del suo ultimo, sciagurato, decennio. Pensare che là Scott McTominay faceva la panchina. Si alzava e dirimeva. Al Napoli - e in qualsiasi altro club del mondo dotato di un barlume di senno - è diventato da subito un inamovibile. E oggi, a scudetto sollevato, è inevitabile ammettere che il suo sia stato l'acquisto più dirompente della stagione. Più di David Neres. Molto più di Romelu Lukaku.

Era arrivato per 30 milioni di euro circa, lo scozzese. Contratto quadriennale. Conte sapeva che in lui avrebbe trovato tutto quello che cercava. Perchè Scott è un centrocampista totale. Centimetri, stazza, forza fisica, inserimenti, gol, assist. Un tuttocampista mondiale. E non basta: lui ci mette pure l'anima. Magliette fradice di sudore. Impossibile evitare di amarlo. Quando Kvara se n'è andato a metà stagione, lasciando Conte orfano dolente del suo talento più luccicante, si è caricato la squadra sulle spalle. Undici gol. Quattro assist. Tonnellate di strappi che hanno spaccato match imballati. Ammassi di palloni sporchi tramutati in pepite.

Quando Lukaku si è inceppato, e Antonio non sapeva più a che santo affidarsi, è diventato pure attaccante aggiunto. I suoi inserimenti, la cifra che più di ogni altra cosa lo identifica, hanno puntualmente smembrato le difese avversarie. Eppure non è stato raro - anzi, è stata assolutamente la norma - osservare Scott fare da barriera invalicabile davanti alla difesa, sgomitare in mezzo al campo, e poi presentarsi in area di rigore per aggiungere volume e qualità. Un uomo ovunque, armato dello spirito incrollabile degli scozzesi. Un Highlander.

MCTOMINAY
Scott McTominay esulta dopo un successo - Ansa

Un'altra delle maggiori qualità di Scott è senz'altro la capacità di segnare gol pesantissi. Si è rivelato decisivo con le sue reti nelle vittorie contro il Monza (1-0) e contro il Torino (2-0, mettendo dentro una doppietta). Contro l’Empoli, nella partita precedente, un'altra doppietta. Ha spesso funzionato così: Lukaku si abbassa, viene dentro al campo portandosi appresso almeno uno - se non due - difensori, e libera spazi all'interno dei quali lo scozzese può inserirsi. Uno schema ormai consolidato, eppure nessuno riesce a sporcarlo, a frenarlo. Deve entrarci molto anche lo strapotere fisico del giocatore, abituato a giocare sopra ritmo rispetto alla Serie A - la Premier è una galassia a parte - ed a sostenere duelli fisici di altra levatura.

McTominay, che a Napoli è già stato rinominato McFratm, ha segnato in tutti i modi. Botte da fuori area, palloni scaraventati in porta di destro e di sinistro, girate di testa. Se esistesse un conteggio percentuale che annota l'incidenza dei singoli nel progetto scudetto, il suo apporto peserebbe per almeno il 50%. Perché in mezzo ad un mucchio di giocatori normali o smarriti, questo scozzese con l'aria da turista e la pelle candida, ha illuminato ogni cosa. Napoli gli ha già riservato la consueta statuetta da presepe, ma forse non basta. Dategli ancora qualche stagione così, e da quelle parti gli erigeranno un monumento. Se Conte, che lo ha tanto desiderato, oggi strappa l'ennesimo scudetto, larghissimo merito va riconosciuto al ragazzo venuto da Lancaster. Indomabile, talentuoso, leader.

"Penso - ha detto di lui recentemente Conte - che McTominay oggi sia più forte rispetto a quando è arrivato dallo United. Qui è cresciuto molto.

Credo che anche lui stesso si senta più forte, con più conoscenze, che stia raggiungendo anche una fase della sua età importante per capire da che parte andare nella sua carriera perché finora è stato in mezzo, non ha mai avuto un ruolo principale allo United che invece qui gli abbiamo dato, è cresciuto tanto lavorando, oggi è completo".

Nella patria - la Scozia - celebre per aver clonato la pecora Dolly, potrebbero seriamente rifletterci. Fatelo anche con lui, se possibile. E, se non lo è, tenetevelo strettissimo.

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