
Ci sarebbe un'impronta di Andrea Sempio, mai attribuita prima a nessuno, vicino al corpo di Chiara Poggi, la 26enne uccisa a Garlasco nel 2007. La rivelazione clamorosa è del Tg1, da diverse settimane autore di scoop sul caso che ha visto condannato in via definitiva Alberto Stasi. I social del primo canale della tv pubblica però non chiariscono un dettaglio fondamentale: e cioè se l'impronta, che da fonti investigative è il reperto numero 33 di una consulenza del Ris di Parma, la numero 3306 del 2007, sia o meno insanguinata. Un dettaglio fondamentale, visto che Sempio, amico di Marco Poggi, fratello della vittima, frequentava spesso la villetta di via Pascoli. Che le sue impronte fossero lì, dunque, è pacifico. Meno pacifico, se fosse insanguinata: in questo caso sarebbe una prova schiacciante.
Il reperto 33, che ora assume una veste nuova alla luce delle nuova indagine, venne analizzato già nel 2007. Siamo al paragrafo "Traccia di interesse dattiloscopico classificata 33". Ecco cosa scrivono i carabinieri del Ris: "La parte della traccia completamente priva di creste potenzialmente utili per gli accertamenti dattiloscopici è stata asportata dal muro grattando l'intonaco, con un bisturi sterile. La traccia è stata testata con il combur test che ha fornito esito dubbio e con l'Obti test (ritenuto l'unico test certo per dire che esistano tracce di sangue, ndr) che ha fornito esito negativo". E che per di più era totalmente "inutile a un esame dattiloscopico".
L'impronta era l'asso nella manica dei pm guidati da Fabio Napoleone, che si preparavano a contestare oggi a Sempio se si fosse presentato all'interrogatorio. Un elemento sottoposto anche a Alberto Stasi e a Marco Poggi, fratello della vittima, interrogati in contemporanea. Per i carabinieri del nucleo investigativo di Milano, in un'informativa del 2020, di fatto la seconda archiviazione per Sempio, quella però era l'impronta dell'assassino. "È logico-fattuale che l'impronta sulla parete delle scale appartenga all'assassino", scrivevano. Ancora: "Si potrebbe prendere in considerazione che la paternità di questa impronta possa ricondursi alla vittima, ma ciò è escluso dal seguente ragionamento: la vittima potrebbe avere lasciato l'impronta sulle scale nell'intento di esservi gettata, ma in quel momento era totalmente inerme se non totalmente priva di vita".
I carabinieri lamentavano che quella impronta, ritrovata sulla parete destra della scala che portava alla cantina, era una delle 25 impronte, palmari e digitali, ritrovate sulla scena del crimine. E tutte erano state classificate con utilità "nessuna". Sc- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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