Caso De Maria, a firmare il permesso di lavoro è stato il giudice anti Cav

Il tribunale di Sorveglianza riferisce che la decisione è stata presa in modo collegiale con tutti i soggetti coinvolti nella gestione del detenuto

Caso De Maria, a firmare il permesso di lavoro è stato il giudice anti Cav
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La firma sul permesso di lavoro di Emanuele De Maria è di Giulia Turri e risale al 2023: con quell'autorizzazione all'uomo è stato permesso di uscire dal carcere per svolgere il turno di lavoro presso l'hotel Berna, dove poi ha accoltellato un collega. Turri lavora presso il tribunale di Sorveglianza dal 2019 ma ha presieduto il collegio che nel 2013 aveva condannato in primo grado Silvio Berlusconi al termine del processo "Ruby" per concussione e prostituzione minorile, con una pena superiore a quella richiesta dall'allora magistrato Ilda Boccassini.

Il fascicolo è arrivato al ministero della Giustizia per approfondire il caso, il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro ha dichiarato che si deve "fare luce su cosa è successo, ma è prematuro dire qualunque cosa adesso". Nel frattempo, il presidente della Corte d'appello di Milano, Giuseppe Ondei, e la presidente facente funzioni del Tribunale di Sorveglianza di Milano, Anna Maria Oddone, hanno rilasciato una notai in cui sottolineano che De Maria era stato ammesso al lavoro esterno fuori dal carcere dopo che i giudici avevano acquisito "informazioni dalle forze dell'ordine" e alla fine di "un'istruttoria" con "l'Amministrazione Penitenziaria e tutti i soggetti coinvolti nella gestione del trattamento detenuto al fine di garantirne la rieducazione sotto il vigile controllo degli operatori".

La decisione, proseguono, "è stata emessa in ragione di un percorso carcerario che si è mantenuto sempre positivo anche durante i due anni di lavoro presso l'albergo Berna, senza che nulla potesse lasciare presagire l'imprevedibile e drammatico esito". Il detenuto, scrivono ancora aveva sempre tenuto un comportamento corretto "anche durante i due anni di lavoro" come receptionist all'Hotel Berna, dove lavoravano sia l'uomo accoltellato che la donna uccisa, Chamila Wijesuriya.

Corte d'appello e Tribunale stanno valutando se e quali "iniziative potranno essere assunte in ogni sede" dopo la tragedia ma fanno sapere "che il provvedimento emesso dall'Ufficio di Sorveglianza" a De Maria aveva "per oggetto l'approvazione del programma predisposto dall'area trattamentale della Casa di Reclusione di Bollate di ammissione al lavoro all'esterno" come prevede l'articolo 21 della legge sull'ordinamento penitenziario che è "applicabile a

tutti i detenuti nel rispetto della normativa ordinaria" con l'obiettivo di provare a "garantire la rieducazione sotto il vigile controllo degli operatori", concludono Ondei e Oddone.

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