
Dopo una giornata di polemiche, sono arrivate le scuse di S.A., docente in un liceo della provincia di Napoli che aveva augurato alla piccola Ginevra Giambruno, figlia del premier Giorgia Meloni, di fare la stessa fine di Martina Carbonaro, la ragazza di 14 anni uccisa ad Afragola dall'ex fidanzato Alessio Tucci. L'ha fatto attraverso un post dai contorni beceri pubblicato sui social dopo, dice lui, "aver sentito al telegiornale che l’Italia continuava a inviare armi a Israele". Ha parlato al quotidiano Il Roma online, affermando che si è trattato di "un gesto stupido. Un post scritto d’impulso nella notte". Ma è difficile trovare giustificazioni a una simile affermazioni anche se, come dice lui, "mi sono svegliato la mattina e ho detto: 'Madonna mia, cosa ho scritto'. L’ho cancellato subito".
Non abbastanza in fretta, però. Quel post ha iniziato a girare ed è diventato pubblico. Tante le condanne per quelle parole così crude e ingiustificabili: "Auguro alla figlia della Meloni la stessa sorte della ragazza di Afragola". Capita raramente, ma in questo specifico caso la politica si è mossa compatta nel condannare questa esternazione: dalla maggioranza alle opposizioni, tutti hanno espresso solidarietà alla bambina e a sua madre. Ed è forse questo ad aver spinto il docente a presentare pubbliche scuse, forse tardive, per quanto scritto. "Mi pento del contenuto. Non si augura mai la morte, soprattutto a una bambina. Ma non ritiro le mie idee politiche: non mi sento rappresentato da questo governo e non cambio idea neanche se mi imprigionano", ha detto ancora a Il Roma online.
Nessuno gli ha chiesto di cambiare idea e l'Italia è uno Stato democratico che, a differenza di altri Paesi, non imprigiona per le idee. Spostare l'attenzione sul piano politico dopo aver augurato la morte a una bambina è un tentativo di spostare l'attenzione, che però non può sortire effetto. "Mi rendo conto della gravità. È stato un gesto impulsivo, una superficialità. Ma in classe non ho mai fatto politica. I miei studenti mi conoscono, mi vogliono bene. Odio ogni forma di violenza. Amo gli animali, faccio volontariato con i bambini malati. È evidente che è stato un errore, ma non si può cancellare una persona per questo", ha detto ancora, provando a suscitare comprensione. Ma l'Adnkronos ha rinvenuto dei messaggi con lo stesso tenore antecedenti a quello che ha destato scalpore, che il professore ha cercato di far sparire quando è esploso il caso mediatico. "Se alla piccola Ginevra augurava di venire uccisa come la 14enne di Afragola, pochi giorni fa il docente augurava la stessa sorte dei palestinesi a Gaza ai figli della Meloni, ancora una volta, e dei vicepremier: il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, tutti immortalati in immagini in cui stringevano la mano al Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu", scrive l'Adnkronos.
Dalla pubblicazione di quel post, ha aggiunto, "mi hanno minacciato di morte, lanciato pomodori contro le vetrine di casa, insultato in tutti i modi. Sono andato dalla Polizia Postale, ho sporto denuncia. Non ho cancellato il post per paura: l’ho cancellato perché da solo mi sono accorto che era sbagliato".
E ha ribadito la sua posizione politica che, va sottolineato, nulla a che fare con l'augurio di morte a una bambina: "Chiedo scusa. Non riconosco questa maggioranza. Ma mi dispiace per il contenuto del post, perché non mi rappresenta. Lo ribadisco: è stato stupido. Ma è stato strumentalizzato".