La solita recita

Perché, pochi anni fa, quando i teatri Stabili di Genova, del Veneto, di Catania e di Palermo furono declassati, tutti sotto Franceschini, nessuno si stracciò le vesti?

La solita recita
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È davvero inaccettabile: fino a due anni fa l'Italia era il Paese della Cultura e della Libertà, un giardino felice in cui fiorivano il teatro, il cinema, l'arte e poi tàc, zàc, dux arriva 'sto manipolo di fascisti ignoranti e vendicativi e fa fuori gli intellettuali di talento per mettere gli amici camerati nei posti di potere Olio di ricino e manganello, eccola l'egemonia culturale meloniana!

Che bello quando c'erano loro, cara Lei

Il Teatro della Pergola di Firenze, ad esempio. Diretto da Stefano Massini, era uno degli ultimi baluardi di libertà artistica in Italia. Ma ora è stato declassato e prenderà meno fondi. Ovvio: non condividendo Massini le idee politiche della destra, ma molto la linea editoriale de La 7, scatta la punizione. Non abbiamo parole.

Però abbiamo qualche domanda.

Perché, pochi anni fa, quando i teatri Stabili di Genova, del Veneto, di Catania e di Palermo furono declassati, tutti sotto Franceschini, nessuno si stracciò le vesti? Perché se la commissione che decide le graduatorie era indipendente dai governi di sinistra, non lo è più da uno di destra? Perché se la graduatoria dipende perlopiù da criteri di gestione economica (costi, guadagni, biglietti venduti) se ne fa un caso politico? Perché quando Marco Giorgetti fu silurato dalla sindaca di sinistra di Firenze per fare posto a Massini, più a sinistra di Giorgetti, la sinistra tacque? E perché la sinistra e Massini, attore eccezionale anche quando deve recitare la parte della vittima, devono strumentalizzare ogni cosa, facendo di una questione nobile - come il teatro - il solito teatrino?

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