Se i "pauperisti" non vanno a nozze

Quelli come Jeff se vanno in prima pagina vanno attaccati e abbattuti, perché ci ricordano scomodamente che col lavoro, le capacità e un contesto che non ti ostacola puoi emergere

Se i "pauperisti" non vanno a nozze
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Le nozze di Bezos hanno spinto la cultura pauperistica e catto-comunista del Paese a dispiegare tutto il suo bagaglio.

Ha affittato la città. Certo, Venezia è una città turistica affittata 365 giorni all'anno ai turisti, da cui i residenti non sono soffocati ma nutriti essendo la fonte del loro reddito. E già questo concetto, il fatto che uno si guadagni da vivere, stride con quell'idea che vorrebbe il lavoro, meglio se solo lo stipendio, garantito a prescindere dal risultato prodotto, che spesso è direttamente proporzionale allo sforzo, all'impegno, finanche al sacrificio.

Per una festa privata. Il privato non deve esistere o comunque senza ingombrare, senza dare fastidio. Migliaia e migliaia di turisti sono anch'essi soggetti privati, ma costituendo una folla, una moltitudine, diventano massa, per giunta popolare, e dunque pubblica. Una popolazione basso-spendente che lascia talmente pochi soldi alla città da dover chiedere una tassa d'ingresso. Centomila volte meglio di poche migliaia di ospiti ricchi che ti sganciano decine di milioni. Venezia è un business turistico. Le regole di mercato, e di conservazione delle sue bellezze, suggeriscono che sia meglio un turista da un milione che centomila da dieci euro.

Poi lui, Jeff. Ricco da far schifo che ha fatto i soldi spremendo le persone. Bezos s'è arricchito realizzando una sua idea, rischiando per decenni ogni centesimo incassato, lavorando duramente e creando lavoro. Il perfetto eroe negativo di chi ci vorrebbe tutti uguali e miserabili, senza ambizioni e dunque senza grandi sforzi. Gli addossano, a lui e ai ricconi come lui, addirittura il cambiamento climatico per colpa dei jet privati. L'immagine è seducente, ma i trasporti, tutti i trasporti, sono responsabili di circa un sesto delle emissioni di CO2. Oltre la metà deriva dalla produzione di energia, che serve a far girare le fabbriche e l'economia che in questo secolo ha tolto oltre un miliardo di persone dalla povertà assoluta. No, ammesso che il cambiamento sia causato dagli uomini, sono i poveri, non i ricchi, i responsabili. Affamiamoli di nuovo, che diamine.

Le guerre, Gaza e Ucraina. Imporrebbero celebrazioni sottotono. Non tutte, certo, ma quelle private e sopra una certa cifra sì. Se sei povero o almeno non ricco puoi mostrare felicità ed esultare. Nessun problema per il gay-pride né per il Boss delle Cerimonie.

Cantanti e artisti ad animare la festa. Si umiliano per soldi, sempre loro sono il problema, mannaggia. In effetti, vuoi mettere la dignità di campare coi soldi dei contribuenti per film e opere che nessuno guarda. Per dirla con le parole del Presidente Milei: «se per vivere d'arte hai bisogno dei sussidi dello Stato, non sei un artista, sei un impiegato pubblico».

Invidiosi? Ma no, che vai a pensare? Quieto vivere, piuttosto. Quelli come Jeff se vanno in prima pagina vanno attaccati e abbattuti, perché ci ricordano scomodamente che col lavoro, le capacità e un contesto che non ti ostacola puoi emergere.

Hai detto niente! Dovrei affinare le mie capacità e poi anche lavorare, per di più fuori da controlli di stampo socialista? E per cosa, per essere migliore degli altri e peccare di superbia? Ma che fastidio queste nozze.

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