Insonnia a 50 anni: cause e conseguenze della privazione di sonno

Dormire poco e male, soprattutto ad una certa età, può avere delle ripercussioni anche molto importanti sulla salute psicofisica

Insonnia a 50 anni: cause e conseguenze della privazione di sonno
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L'insonnia a 50 anni è un disturbo molto comune che interessa circa un adulto su tre. Secondo diversi studi, verso la mezza età, è necessario dormire tra le 7 e le 9 ore per notte. Riposare meno o male quando gli anni avanzano ha un impatto negativo sulla memoria, sulle funzioni cognitive e sull'umore. Inoltre può aumentare il rischio di cadute e di problemi vascolari. Quali sono le cause di questa problematica e cosa si può fare concretamente per risolverla? Scopriamolo insieme.

Le cause dell'insonnia a 50 anni

L'invecchiamento è spesso accompagnato dalla difficoltà di addormentarsi e/o da frequenti risvegli durante la notte. Il motivo per cui l'insonnia diventa sempre più frequente a partire dai 50 anni è legato principalmente alla fisiologica modifica del ritmo circadiano, ossia le variazioni cicliche che interessano le attività biologiche del corpo (pressione arteriosa, frequenza cardiaca, ritmo sonno-veglia, temperatura corporea).

Un riposo disturbato è un fenomeno frequente in menopausa e nel periodo che la precede, infatti affligge dal 28 al 64% delle donne. Le vampate di calore e la sudorazione notturna sono sintomi in grado di alterare la qualità del sonno. Al tempo stesso le fluttuazioni ormonali, alterando l'umore, favoriscono la comparsa di stati d'ansia che, a loro volta, incidono negativamente sul ritmo sonno-veglia.

Le tensioni emotive, va ricordato, provocano insonnia in entrambi i sessi. Negli uomini una causa da non sottovalutare è l'ipertrofia prostatica benigna che si manifesta con la necessità di andare spesso in bagno la notte. Attenzione poi all'assunzione di determinati farmaci e ad alcune patologie, in particolar modo diabete, scompenso cardiaco e apnee ostruttive del sonno.

Non si devono, infine, sottovalutare le cattive abitudini (cena ricca di cibi grassi, andare a dormire subito dopo aver mangiato) e le situazioni ambientali sfavorevoli (vivere in una zona rumorosa anche di notte, un letto o un materasso non adatto, la presenza in camera di smartphone, pc o televisione).

Le conseguenze dell'insonnia a 50 anni

Le conseguenze dell'insonnia a 50 anni sono state scientificamente accertate. Un cattivo riposo notturno è in grado di:

  • Indebolire il sistema immunitario
  • Favorire l'aumento di peso
  • Aumentare la probabilità di diabete
  • Alterare la funzionalità della tiroide
  • Provocare intensa stanchezza
  • Diminuire la concentrazione
  • Spianare la strada ad ansia e irritabilità.

Inoltre alcuni scienziati hanno scoperto che la privazione di sonno nella mezza età favorirebbe il declino cognitivo. Lo studio, pubblicato su "Nature aging", ha monitorato quasi ottomila individui cinquantenni in Gran Bretagna per circa 25 anni. Dai risultati è emerso che chi dormiva meno di sei ore a notte aveva circa il 30% di rischio in più di sviluppare demenza nei tre decenni successivi rispetto a coloro che avevano dichiarato di dormirne sette.

Buone regole per contrastare l'insonnia a 50 anni

Le regole per una buona igiene del

sonno sono state codificate da Peter Hauri, un ricercatore di origine svizzera attualmente direttore del Sleep Disorder Center presso la Mayo Clinic di Rochester nel Minnesota:

  • Andare a dormire sempre alla stessa ora: serve per seguire un programma di sonno regolare anche nel fine settimana
  • Mantenere la camera fresca e oscura: la temperatura migliore per aiutare il corpo a termoregolarsi efficacemente durant il sonno è compresa fra i 15 e i 18 gradi. Anche il buio aiuta a mantenere la frescura e a convincere il cervello che è il momento di riposare
  • Evitare di utilizzare dispositivi elettronici prima di addormentarsi: la luce emessa dagli stessi inganna il cervello facendogli credere che sia ancora giorno. Inoltre l'uso di smartphone, tablet e pc a letto provoca stress ed eccitazione
  • Limitare i sonnellini diurni: i pisolini, se frequenti e lunghi, possono indebolire il sonno notturno. Il limite massimo è di 30 minuti il pomeriggio
  • Stare quanto più possibile all'aria aperta: più luce naturale si riceve durante il giorno, più il cervello impara ad associare il buio al sonno
  • Fare attenzione a ciò che si mangia la sera: l'ideale è introdurre nella cena alimenti che conciliano il sonno, come noci, banane, yogurt, avena, ciliegie e limitare quelli troppo zuccherini.

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