
Basta abusi e manipolazioni sui trojan, con microfoni che si accendono e si spengono e file che si perdono nelle migrazioni tra server e Procure. La Cassazione riscrive la giurisprudenza sulle intercettazioni in chiave sempre più «garantista» e bussa alla porta del Parlamento, che non può più sottrarsi a una riforma. Come auspica il senatore azzurro Pierantonio Zanettin (nella foto): «Se non ora, quando?», dice al Giornale. Anche il Guardasigilli Carlo Nordio da tempo è al lavoro per modificare il metodo più intrusivo della privacy e meno affidabile, per colpa degli abusi denunciati in questi anni nelle tante audizioni in commissione Giustizia, vedi il caso dell'ex leader Anm Luca Palamara, le cui conversazioni con magistrati e politici vennero intercettate «a singhiozzo».
La terza sezione della Cassazione con la sentenza 18.464 afferma il diritto della difesa di ottenere i «file di log» delle intercettazioni: orario di accensione dei microfoni, locazione del server, datazione delle captazioni, eccetera. Dati che molte Procure considerano «tecnici», non equiparabili alle registrazioni. Ma che invece rivelerebbero le anomalie che in questi anni hanno cancellato indagini e sentenze.
Di «svolta storica nel processo penale digitale» parla al Giornale l'avvocato Salvatore Staiano, vincitore morale della sentenza che ha contribuito a ispirare con le sue battaglie, secondo cui il problema «non è la sfiducia nei confronti degli inquirenti o della polizia giudiziaria che ascolta» ma sono «i server dove vengono custodite le conversazioni», che anziché essere in Procura rimbalzano da altrove. «Una procedura legittima che però io devo verificare, senza i file di log non posso farlo». Nel 2022 era stato l'ex poliziotto Gioacchino Genchi il primo a denunciare l'assenza di dati «sensibili» come tracciamento, time line e positioning-real time dei cellulari. Vizi procedurali che da oggi potranno mandare all'aria inchieste delicatissime. Secondo Staiano la Cassazione richiama due precedenti di qualche anno fa, per cui «la mancata consegna dei file può incidere sulla utilizzabilità stessa dell'intercettazione».
È possibile che abbia effetti retroattivi su alcuni maxiprocessi, da Rinascita-Schott, a Petrolmafie, proprio nel momento in cui le mafie spadroneggiano nelle curve degli Stati ma anche negli appalti grazie all'intelligenza artificiale.
Mentre Antimafia, centrodestra e opposizione litigano sui protocolli anti infiltrazione mafiosa nelle Grandi opere come il Ponte sullo Stretto e sulla stretta sul carcere duro ai boss, su cui il centrodestra non molla di un millimetro come conferma la presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo (Fdi), ieri a Rebibbia. Chissà se al ministro della Giustizia saranno fischiate le orecchie.