
Dopo due giorni di proteste - e violenze - contro i raid degli agenti dell'immigrazione, a Los Angeles arriva la Guardia Nazionale. Le prime 300 unità sono state inviate ieri mattina in tre località della metropoli a poche ore dall'inizio delle nuove manifestazioni, in programma tra le 14 e le 16 locali (le 23 e l'1 di notte in Italia). Donald Trump ha deciso di assumere il controllo federale dell'esercito statale della California per far entrare i soldati nella seconda città più grande del paese con una mossa che non avveniva da decenni, considerata «intenzionalmente provocatoria» dal governatore Gavin Newsom. E sempre ieri, il presidente americano ha deciso all'ultimo momento un cambio di programma e invece di rientrare in giornata a Washington dal suo golf club di Bedminster, in New Jersey, si è fermato a Camp David per una riunione con i suoi principali consiglieri e il vice presidente JD Vance. La Casa Bianca non ha precisato quale fosse lo scopo dell'incontro, ma un funzionario Usa ha riferito che in agenda c'erano «diverse questioni e argomenti».
Sul fronte della città degli angeli, il procuratore del distretto centrale della California, Bill Essayli, ha spiegato che oltre 120 persone sono finite in manette tra venerdì e sabato durante le proteste della folla inferocita contro i blitz dell'Ice (la US Immigration and Customs Enforcement), che hanno visto affrontarsi i dimostranti con «molotov e pietre» e gli agenti della polizia con lacrimogeni e proiettili di gomma, usati per disperdere i manifestanti. Gli arresti sono avvenuti per lo più nel sobborgo di Paramount, abitato in gran parte da ispanici e operai. «Newscum e il sindaco di Los Angeles, Karen Bass, non riescono a fare il loro lavoro, cosa che tutti sanno, allora il governo federale interverrà e risolverà il problema», ha avvertito il comandante in capo sabato sera usando il soprannome dispregiativo che ha affibbiato al governatore Newsom, dove «scum» vuole dire spazzatura. Il tycoon ha poi firmato un memorandum per ordinare al dipartimento della Difesa di schierare 2.000 soldati della Guardia Nazionale segnando una svolta importante in quello che è stato un teso stallo tra le autorità locali, i manifestanti e le forze dell'ordine federali.
La Guardia Nazionale viene spesso impiegata in caso di calamità naturali, come in seguito agli incendi di Los Angeles, e occasionalmente in casi di disordini civili, ma quasi sempre con il consenso dei politici locali. In uno sviluppo ancora più sorprendente, inoltre, il capo del Pentagono Pete Hegseth ha assicurato che «se la violenza continuerà, saranno mobilitati anche i Marines in servizio attivo a Camp Pendleton, già in stato di massima allerta». Una mossa che secondo il governatore democratico «non farà altro che aumentare le tensioni». «Il governo federale sta mobilitando la Guardia nazionale della California e sta schierando 2000 soldati a Los Angeles non perché ci sia una carenza nell'applicazione della legge, ma perché vogliono uno spettacolo. Non dateglielo. Non usate mai la violenza. Parlate pacificamente», ha scritto su X.
A rispondere è stato lo speaker della Camera, Mike Johnson, il quale ha sottolineato che Newsom «ha dimostrato l'incapacità o la riluttanza a fare ciò che è necessario, quindi il presidente è intervenuto». E sulla possibilità che Hegseth invii i Marines, ha spiegato di non considerarlo «un atto pesante»: «Dobbiamo essere pronti a fare ciò che è necessario».