"Rinascita Napoli: un grande esempio per tutti gli italiani"

Il fratello del Pallone d'Oro Paolo Cannavaro: "Non solo calcio, vincenti anche in altri settori"

"Rinascita Napoli: un grande esempio per tutti gli italiani"
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Un capitano del passato che guarda al futuro. I Cannavaro non potevano perdersi la festa tricolore nella loro città, Paolo il fratello più piccolo dell'ex pallone d'Oro, se l'è goduta tutta mischiandosi alla marea azzurra che da giorni sta invadendo le strade del centro.

Com'è uno scudetto contemplato da una delle terrazze di piazza del Plebiscito dove si gode un panorama mozzafiato?

«Napoli sta recuperando una posizione di primissimo piano in tanti settori della vita e con il calcio sta offrendo un grande esempio a tutta la nazione».

È vero, la città scala posizioni impressionanti nella classifica dell'alto gradimento e non c'è niente di male ad ammettere che la passione partenopea per il football è diventata un gancio internazionale.

«Non c'è da meravigliarsi, basta poco per risvegliare l'entusiasmo dei tifosi. Ricordiamoci da dove ha ripreso la squadra dopo l'annata deludente: un decimo posto e fuori dall'Europa, non era difficile fare meglio ma sinceramente non immaginavo potesse vincere».

Domanda che impazza: l'ha vinto Conte o l'ha perso Inzaghi?

«Sono molte di più le occasioni in cui il Napoli poteva allungare e chiudere prima il discorso: penso alle mancate vittorie nel girone di ritorno contro Udinese, Lazio, Roma, Como, Venezia, Genoa e Parma. L'Inter invece ha sprecato meno match-ball, anche se quello con la Lazio è stato clamoroso. L'hanno vinto gli azzurri».

De Laurentiis, con o senza Conte, ha promesso una squadra ancora più attrezzata e competitiva: lo scudetto inizia a stargli stretto, vuole la Champions. Cannavaro, è questo il prossimo step, migliorare cioè a livello internazionale?

«La svolta internazionale è iniziata con Benitez, quando portò qui elementi del Real Madrid. Il prossimo passo deve essere fatto in direzione centro sportivo, strutture e stadio. Ciò di cui parlava Conte qualche mese fa: oggi il club non ha una sua casa, tra un anno bisognerà lasciare Castel Volturno e una squadra campione d'Italia che vuol puntare all'Europa non può non avere una propria base dove far crescere calcisticamente i propri figli che puntualmente sono costretti ad andare altrove».

È stata un'impresa quella di Conte?

«Una mezza impresa, perché esisteva già una base precedente, un bel po' di calciatori aveva centrato l'obiettivo anche con Spalletti.

L'allenatore però ha avuto un merito enorme, quello di ridare vita a una squadra che era reduce da un mezzo fallimento sportivo. Adesso deve essere bravo il presidente a dimostrare di voler continuare con lui, altrimenti saremmo costretti a ripartire da un altro tecnico e a programmare un nuovo ciclo».

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